Ipotiroidismo: sintomi nelle donne e negli uomini, come si cura e che dieta fare. Fa ingrassare?
L’ipotiroidismo è una condizione clinica in cui la ghiandola tiroidea non produce una quantità sufficiente di ormoni tiroidei, fondamentali per regolare il metabolismo corporeo. È una disfunzione endocrina piuttosto comune, che colpisce più frequentemente le donne, soprattutto in età adulta, ma può manifestarsi anche negli uomini, negli anziani e, più raramente, nei bambini.
Questa patologia può svilupparsi in modo lento e silenzioso, rendendo difficile una diagnosi tempestiva. Tuttavia, conoscere i sintomi tipici, le cause, le strategie terapeutiche e l’importanza della dieta può aiutare a gestire meglio la condizione e a migliorare la qualità della vita del paziente.
Sintomi dell’ipotiroidismo: differenze tra donne e uomini
I sintomi dell’ipotiroidismo variano in base all’età, al sesso e alla gravità della carenza ormonale. In genere, si sviluppano gradualmente, e possono essere facilmente confusi con altre patologie o con il normale invecchiamento.
Nelle donne, i sintomi possono includere:
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Aumento di peso inspiegabile
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Ciclo mestruale irregolare o più abbondante
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Stanchezza cronica
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Freddolosità
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Depressione
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Pelle secca
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Perdita di capelli
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Difficoltà a concepire (infertilità)
Negli uomini, oltre ai sintomi comuni, possono comparire:
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Riduzione della libido
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Disfunzione erettile
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Calo della massa muscolare
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Maggiore irritabilità o apatia
Entrambi i sessi possono anche presentare bradicardia, stitichezza, voce rauca e gonfiore al viso o alle estremità.
Cause e diagnosi dell’ipotiroidismo
La forma più comune è l’ipotiroidismo primario, spesso causato dalla tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca la tiroide. Altre cause includono:
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Interventi chirurgici alla tiroide
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Trattamenti con iodio radioattivo
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Carenza di iodio
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Effetti collaterali di farmaci (es. litio, amiodarone)
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Irradiazioni al collo
La diagnosi si basa su analisi del sangue che misurano i livelli di TSH (ormone tireostimolante) e FT4 (tiroxina libera). Un TSH elevato associato a FT4 basso indica ipotiroidismo conclamato.
Come si cura l’ipotiroidismo
Il trattamento principale consiste nella somministrazione giornaliera di levotiroxina sodica, un farmaco che sostituisce l’ormone tiroideo mancante. La dose viene stabilita individualmente, in base a età, peso e gravità della condizione, e va monitorata regolarmente con esami ematici.
Una volta stabilizzata la terapia, i sintomi tendono a regredire lentamente nel giro di alcune settimane o mesi. È fondamentale non sospendere mai il trattamento senza consulto medico, anche se ci si sente meglio.
Quale dieta seguire con ipotiroidismo
Una corretta alimentazione può avere un ruolo importante nel supportare la terapia ormonale sostitutiva e migliorare il benessere generale di chi soffre di ipotiroidismo. Pur non potendo sostituire i farmaci, la dieta può contribuire a contrastare sintomi come affaticamento, gonfiore, stitichezza e aumento di peso.
Ecco una lista degli alimenti consigliati e di quelli da limitare o evitare:
Alimenti consigliati
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Alimenti ricchi di iodio (con moderazione, e solo se non ci sono controindicazioni):
– sale iodato
– pesce di mare (merluzzo, salmone, sgombro)
– alghe (solo su indicazione medica) -
Alimenti ricchi di selenio, essenziale per la conversione dell’ormone T4 in T3:
– noci del Brasile (1-2 al giorno)
– tonno, sardine, gamberi
– semi di girasole
– uova -
Alimenti ricchi di zinco, utile per la funzionalità tiroidea:
– carne magra (pollo, tacchino)
– legumi (lenticchie, fagioli)
– semi di zucca -
Frutta e verdura, per vitamine e fibre:
– carote, zucchine, spinaci cotti
– mirtilli, fragole, agrumi
– mele, kiwi -
Cereali integrali, in quantità controllata:
– avena, riso integrale, farro -
Acqua abbondante, per contrastare la ritenzione idrica
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Oli vegetali a crudo, in particolare olio extravergine di oliva
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Spezie antinfiammatorie: curcuma, zenzero, cannella
Alimenti da limitare o evitare
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Alimenti gozzigeni crudi (possono interferire con la produzione di ormoni tiroidei se consumati in eccesso):
– cavolo, broccoli, cavolfiore, cavoletti di Bruxelles
– ravanelli, rapa, soia e derivati (tofu, latte di soia)
(cotti sono meno problematici, ma sempre con moderazione) -
Soia e derivati della soia, che possono interferire con l’assorbimento della levotiroxina
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Glutine (in soggetti predisposti o affetti da tiroidite di Hashimoto): potrebbe aumentare l’infiammazione intestinale e peggiorare l’assorbimento dei farmaci
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Zuccheri semplici e raffinati: dolci, bevande zuccherate, caramelle
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Grassi idrogenati e cibi ultra-processati: margarina, snack industriali, fast food
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Caffè, latte e integratori di calcio/ferro: da evitare nell’ora successiva all’assunzione del farmaco tiroideo, perché ne ostacolano l’assorbimento
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Alcol: può influire sulla funzionalità epatica e sull’assimilazione degli ormoni
Adottare un’alimentazione naturale, varia, bilanciata e personalizzata è fondamentale per il controllo del peso, il benessere intestinale e il miglioramento dell’energia quotidiana. In caso di dubbio, è sempre consigliabile rivolgersi a un nutrizionista esperto in disturbi tiroidei per un piano alimentare su misura.
Uno dei dubbi più frequenti riguarda la relazione tra ipotiroidismo e aumento di peso. In effetti, una tiroide ipoattiva può rallentare il metabolismo, favorendo una lieve tendenza all’ingrassamento (generalmente non superiore ai 2-5 kg). Tuttavia, gran parte dell’aumento ponderale è spesso legato a ritenzione idrica o ad altre abitudini scorrette. Con la terapia adeguata e uno stile di vita equilibrato, è possibile recuperare il proprio peso forma e sentirsi meglio giorno dopo giorno.