Ipoparatiroidismo: sintomi, cause, terapia, dieta settimanale, cosa mangiare e evitare
L’ipoparatiroidismo è una patologia rara ma significativa, legata a una ridotta produzione dell’ormone paratiroideo (PTH) da parte delle ghiandole paratiroidi. Questo ormone è fondamentale per il metabolismo del calcio e del fosforo, perciò la sua carenza provoca alterazioni nei livelli di calcio nel sangue (ipocalcemia), con conseguenze anche gravi se non gestite correttamente.
Capire quali sono i sintomi, quali cause possono scatenare la malattia, come affrontarla dal punto di vista terapeutico e soprattutto quale alimentazione seguire, è essenziale per chi ne soffre.
Sintomi dell’ipoparatiroidismo
I sintomi possono variare in intensità e manifestarsi in modo più o meno evidente, ma i più comuni sono:
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Crampi muscolari
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Parestesie (formicolii, intorpidimento, soprattutto a mani, piedi e viso)
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Spasmi muscolari (tetania)
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Debolezza generale
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Affaticamento
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Depressione o sbalzi d’umore
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Unghie e capelli fragili
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Convulsioni nei casi più gravi
La sintomatologia è principalmente dovuta all’ipocalcemia, cioè alla carenza di calcio nel sangue.
Cause dell’ipoparatiroidismo
Le principali cause dell’ipoparatiroidismo sono:
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Interventi chirurgici alla tiroide (la più comune): l’asportazione accidentale delle paratiroidi durante un’operazione alla tiroide o al collo può provocarne il danneggiamento.
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Malattie autoimmuni che attaccano le ghiandole paratiroidee
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Disordini genetici (ipoparatiroidismo congenito)
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Infezioni gravi o infiammazioni
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Bassi livelli di magnesio, che possono interferire con la secrezione del PTH
Terapia dell’ipoparatiroidismo
Il trattamento mira a ripristinare i livelli normali di calcio e fosforo nel sangue e mantenere il paziente in condizioni stabili nel lungo periodo. Le principali opzioni terapeutiche includono:
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Integratori di calcio (carbonato o citrato di calcio)
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Vitamina D attiva (calcitriolo) per favorire l’assorbimento intestinale del calcio
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Supplementazione di magnesio, se carente
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In alcuni casi, terapia sostitutiva con ormone paratiroideo sintetico (PTH 1-84)
Il monitoraggio costante dei livelli ematici di calcio, fosforo e magnesio è fondamentale per adattare la terapia e prevenire complicanze.
Alimentazione e ipoparatiroidismo: cosa mangiare
Una corretta alimentazione può aiutare a mantenere l’equilibrio minerale, supportando la terapia. La dieta deve:
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Essere ricca di calcio
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Limitare il fosforo, che in eccesso può aggravare la condizione
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Prevedere un adeguato apporto di magnesio
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Favorire l’assorbimento della vitamina D, essenziale per il metabolismo del calcio
Alimenti consigliati
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Latticini magri: latte, yogurt naturale, formaggi freschi a basso contenuto di fosforo
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Verdure a foglia verde: cavolo riccio, broccoli, cicoria
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Pesce azzurro (sgombro, sardine, salmone) in quantità moderate
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Legumi (in quantità controllate)
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Mandorle, semi di sesamo (ottime fonti di calcio vegetale)
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Acqua ricca di calcio (oltre 150 mg/l)
Alimenti da evitare
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Formaggi stagionati e ricchi di fosforo
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Bibite gassate e cola (contengono fosfati)
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Insaccati e carni conservate
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Alimenti ultra-processati con additivi ricchi di fosforo
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Cioccolato, alcol, caffè in eccesso
L’ipoparatiroidismo è una patologia da non sottovalutare, ma con il giusto approccio medico e nutrizionale può essere tenuto sotto controllo in modo efficace. Una dieta equilibrata, ricca di calcio e povera di fosforo, associata alla corretta integrazione, è uno strumento fondamentale per il benessere quotidiano. Affidarsi sempre al parere di un medico o nutrizionista è la chiave per una gestione personalizzata e sicura.
Fonti: