Escherichia coli: i sintomi da non sottovalutare, come si prende e cura
L’Escherichia coli (E. coli) è un batterio presente normalmente nell’intestino umano e animale, dove svolge anche un ruolo utile per l’equilibrio della flora intestinale. Tuttavia, esistono ceppi patogeni in grado di provocare infezioni gravi, in particolare a carico dell’apparato gastrointestinale e urinario.
Negli ultimi anni, si sono verificati numerosi focolai epidemici legati a questo microrganismo, specialmente in ambito alimentare. Conoscere i sintomi, le modalità di trasmissione, le cure disponibili e i comportamenti preventivi è fondamentale per proteggersi e intervenire per tempo.
Le principali tipologie di Escherichia coli
E. coli è un nome che racchiude centinaia di ceppi diversi. Quelli che destano più preoccupazione sono:
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EPEC (enteropatogeno): causa diarrea nei bambini, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
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ETEC (enterotossigenico): responsabile della cosiddetta diarrea del viaggiatore.
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EHEC o STEC (enteroemorragico): è il ceppo più pericoloso, noto per causare colite emorragica e, in alcuni casi, sindrome emolitico-uremica (SEU).
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UPEC: colpisce le vie urinarie ed è responsabile di molte infezioni urinarie nelle donne.
Sintomi di un’infezione da Escherichia coli
I sintomi variano a seconda del ceppo e della gravità dell’infezione. I più comuni includono:
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Crampi e dolore addominale
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Diarrea abbondante, talvolta con sangue
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Nausea e vomito
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Febbre lieve
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Spossatezza generale
Nei casi gravi (soprattutto nei bambini piccoli, anziani e persone immunodepresse), può insorgere la sindrome emolitico-uremica (SEU), una complicanza potenzialmente letale che può portare a:
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Anemia emolitica
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Trombocitopenia
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Insufficienza renale acuta
Come si prende l’Escherichia coli
Il contagio può avvenire per:
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Ingestione di cibi contaminati, come carne macinata poco cotta, verdure crude mal lavate, latte crudo o formaggi non pastorizzati.
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Acqua contaminata, anche in piscine o corsi d’acqua non controllati.
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Contatto diretto con animali da fattoria o con persone infette.
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Scarsa igiene delle mani, soprattutto dopo l’uso del bagno o prima della preparazione dei pasti.
Anche piccole quantità di batteri possono essere sufficienti a causare l’infezione. È per questo che l’E. coli è tra i principali responsabili di intossicazioni alimentari.
Come si cura l’infezione da Escherichia coli
Nella maggior parte dei casi, l’infezione si risolve spontaneamente in 5-7 giorni con:
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Riposo
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Idratazione abbondante, per reintegrare i liquidi persi
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Dieta leggera e facilmente digeribile
Gli antibiotici non sono sempre consigliati, perché alcuni ceppi di E. coli possono reagire in modo negativo, aumentando il rischio di complicanze come la SEU.
Nei casi più gravi, soprattutto con diarrea con sangue o segni di disidratazione, è fondamentale consultare un medico o recarsi in pronto soccorso. Potrebbero essere necessari:
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Terapie di supporto, come flebo o trasfusioni
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Monitoraggio della funzionalità renale
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Ospedalizzazione, in particolare nei bambini piccoli
Prevenzione: come proteggersi
Per ridurre il rischio di infezione da Escherichia coli, è importante seguire alcune regole igienico-sanitarie:
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Cuocere bene la carne, specialmente quella macinata (raggiungendo almeno 70°C al cuore del prodotto)
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Lavare accuratamente frutta e verdura
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Evitare il consumo di latte crudo o derivati non pastorizzati
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Lavare sempre le mani dopo l’uso del bagno, il contatto con animali e prima di cucinare
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Pulire e disinfettare le superfici della cucina, soprattutto dopo aver maneggiato carne cruda
Chi lavora nella ristorazione, nelle scuole o negli ospedali deve prestare particolare attenzione, poiché il rischio di contagio è maggiore. L’infezione da E. coli non deve essere sottovalutata: se compaiono sintomi gastrointestinali gravi o persistenti, è importante non automedicarsi e rivolgersi al proprio medico di fiducia.
Fonti